Vivo e lavoro a Policoro in provincia di Matera, odierna denominazione dell'antica città greca lucana di Eraclea. Vissuto tra Torino, Padova e Parigi da alcuni anni sono ritornato nel paese di origine, dove attualmente lavoro. Scultore, medaglista e acquafortista, dal 1974 ho iniziato a produrre una lunga serie di opere che mi sono valsi riconoscimenti in Italia e all’estero. Uno dei miei lavori più prestigiosi è il monumento in bronzo di Ercole che strozza il leone di Nemea realizzato per la piazza principale di Policoro. La suggestione e il fascino della civiltà della Magna Grecia e del Metapontino hanno influenzato tutta la mia arte e la mia produzione, tanto da essere definito “un ragazzo greco redivivo che continua una tradizione per istinto naturale”.
Tonino Cortese scultore,medaglista, incisore
domenica 29 gennaio 2012
sabato 28 gennaio 2012
LEDA E IL CIGNO
Zeus s'invaghì di Leda per la sua grande bellezza e l'avvicinò sotto forma di cigno, in riva al fiume Eurota che attraversa Sparta. Leda mise due uova, da uno nacque Elena, dall'altro i Dioscuri.
Modello in gesso da realizzare in bronzo. In attesa di commissione da parte di un Ente o privato.
Il gruppo misura: cm. 168X77X102
mercoledì 25 gennaio 2012
ERACLE CATTURA DI CERBERO
Modello in gesso
Eracle cm 208x100x70
Cerbero cm 123x180x119
La dodicesima e ultima fatica di Eracle:
La cattura di Cerbero
Modello in gesso da realizzare in bronzo a cera persa. In attesa di commissione da parte di un Ente o di un privato.
Il gruppo sarebbe ideale per una fontana ,con getti d'acqua dalle bocche del cerbero
MEDUSA
Bronzo cm 190x90x144, 1988
Esposta nel Foyer del teatro Verdi di Padova, 1989.
L'opera è stata presentata dal prof.re Franco Sartori Ordinario di Storia Greca e Romana all'Univ.ta di Padova e dal prof.re Giorgio Segato , critico d'arte.
Eracle e l’Idra di Lerna
Bronzo cm. 226 x 235 x 90,5
La seconda fatica fu di uccidere l’Idra. Questo mostro viveva nella palude di Lerna e devastava bestiame e raccolti. Aveva un corpo enorme, con nove teste serpentine, di cui quella centrale era immortale. L’Idra aveva la sua tana vicino alla sorgente Amimone. Allora Eracle gettò dentro delle frecce infuocate, e costrinse l’Idra a venir fuori: appena uscì, le saltò addosso e la bloccò. Ma quella subito gli si attorcigliò intorno a una gamba e lo avvinghiò. E in aiuto dell’Idra giunse anche un granchio di spaventosa grandezza, che morsicò il piede di Eracle. Dopo averlo ucciso, anche l’eroe allora chiamò in aiuto Iolao, suo nipote: e coi tizzoni ardenti impediva alle nuove teste di spuntare, bruciando la carne alla base delle teste mozzate, poi finalmente quella immortale che la seppellì e ci mise sopra una grossa pietra. Il corpo dell’Idra lo fece a pezzi, e intinse le sue frecce nel fiele della bestia per renderle avvelenate.
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